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VIDEO: Road to my self, il documentario di Alessandro Piva attraverso gli antichi cammini del Sud

Gli antichi cammini nell’Italia del Sud, dove la vera meta è il viaggio lento, potente antidoto alla frenesia di certi ritmi della vita contemporanea. Per avere l’occasione di farsi sorprendere da sfumature e dettagli altrimenti inosservati. E ritrovare pian piano la strada verso sé stessi. Alessandro Piva, con questo suo breve film di viaggio su alcuni dei più suggestivi tra gli itinerari culturali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia, ci guida con il suo sguardo profondo e insieme lieve tra inediti scorci di questi straordinari cammini. Riuscendo a farci emozionare e riflettere, muove il desiderio di tornare a viaggiare davvero. Non mancano scene girate a Monte Sant’Angelo e nei boschi del Gargano. REGIA   Alessandro Piva PROTAGONISTA   Riccardo Giagni TESTI DI   Riccardo Giagni e Annalisa Mentana FOTOGRAFIA   Luciano Toriello e Alessandro Piva MONTAGGIO   Michele Falleri e Alessandro Piva MUSICHE ORIGINALI   Riccardo Giagni e Giovanni Scuderi SUONO IN PRESA DIRETTA   Yussif Bamba Road to Myself è un’iniziativa realizzata nell’ambito del progetto di eccellenza South Cultural Routes, finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e promosso dalla Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia.

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FOTOGALLERY: La necropoli di Monte Tabor a Vico del Gargano tra asfalto e rifiuti

A poche decine di metri da alcune palazzine di Vico del Gargano e dalla piazza principale del paese (San Francesco) c’è la necropoli di Monte Tabor (o quello che ne resta a seguito di scavi di cava e sbancamenti). Sulla sommità della collinetta una bella e utilissima piazzola di asfalto si integra perfettamente con il contesto……….. L’unico utilizzo che tutto questo popò ha visto negli ultimi decenni è quello di discarica. Oggi, dopo che decine di tombe sono state ormai distrutte, si intende fare qualcosa di questa importante area archeologica?

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Il culto di San Michele, tunnel sotterranei e tori sacri

Alcune parti salienti (per la curiosità che suscitano) tratte da “Aspetti del culto popolare di San Michele Arcangelo nel Molise”, di Giovanni Mascia. […] La corsa alle analogie è pericolosa, anche se di grande suggestione. Nella versione addomesticata di bue, un bovino era sacrificato fino a poche decine di anni addietro nella festa di San Michele, che si teneva a Monteroduni l’8 maggio. “Un bove veniva preparato a festa, inghirlandato ed esposto all’Abbeveratoio dove veniva ucciso per distribuirne la carne a tutto il Paese”. Sennonché, lo storiografo del luogo, sulla scorta di un bassorilievo incassato in una masseria dell’agro, raffigurante un bue con in groppa una figura femminile sontuosamente ricoperta da un velo, lascia da parte San Michele e riconnette il sacrificio tradizionale all’uso sannita di ricercare nuove terre guidati da un bue: la fanciulla è quindi la primavera, il “ver sacrum” la stagione in cui era celebrato il rito. “Non a caso – sostiene lo scrittore – il bue era offerto dai nostri concittadini emigrati in America, cioè proprio da coloro che avevano trovato nuove terre, onorandole poi col loro lavoro e col loro ingegno” (DE GIACOMO, p. 56). Certo è che la festa di Monteroduni e l’interpretazione fornita possono suggerire l’ipotesi di residuali culti sanniti tra quelli soppiantati da San Michele. […] I tunnel sotterranei, che mettono in comunicazione abitati, fortilizi, chiese e impervie contrade hanno acceso da sempre la fantasia popolare: non potevano mancare quelli che secondo voci leggendarie si diramano da grotte e le collegano a quella del Gargano. Sant’Angelo in Grotte, località amena a 1000 metri d’altezza, nel comune di Santa Maria del Molise, deve il nome a una suggestiva grotta del suo territorio, dove sgorgauna sorgente d’acqua benedetta. Dedicata al culto di San Michele, la grotta è meta tutto l’anno di un discreto flusso

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“L’acquasala salverà il mondo”, tra musica e sapori con Metano’s a Foggia.

Un viaggio multisensoriale alla scoperta delle tipicità enogastronomiche della Puglia Garganica: è quanto proposto dalla band Metano’s con lo spettacolo musicale “L’acquasala salverà il mondo” in programma domenica 1 aprile a Foggia. In primo piano, le materie prime come pane, olio extravergine d’oliva, verdure selvatiche e caciocavallo, che accompagneranno i partecipanti lungo un suggestivo percorso mistico, a partire dal Gargano, con le sue strade sterrate, i suoi campanacci, i muggiti delle vacche podoliche, i belati delle capre, e il suo profondo senso di appartenenza alla terra d’origine dei suoi pastori. La serata lascerà spazio ad un racconto che, tra morso di caciocavallo, rigorosamente “podolico”, ed una scodella di acquasala preparata al momento, abbraccia l’arte in tutte le sue forme, attraverso gli odori, i colori, i rumori e i sapori di questa terra meravigliosa per arrivare a penetrare direttamente l’anima, con gli stessi odori, colori, rumori e sapori. Questa performance musicale, a metà strada fra uno spettacolo e una degustazione, si rivela un modo efficace, seppur insolito e stravagante, di promuovere il territorio garganico e il suo patrimonio enogastronomico in tutto il Paese. Il progetto prende vita nel 2011, frutto dell’incontro di esperienze musicali ed artistiche differenti ma unite da tre elementi comuni: la saggezza dei sapienti custodi della tradizione, la follia di un “pastore di mandrie musicali”, nonché sapiente custode di “antiche tradizioni moderne”, il viaggio e la transumanza musicale, guidata da Luciano Castelluccia, di tamburelli, tammorre, castagnole. Tra gli obiettivi principali di questa band, strettamente legata alla tradizione pugliese, spicca quello di voler raccontare un particolare modo d’essere,attraverso il connubio tra cibo e cultura racconta il bello, il brutto, ed ancora, il buono, il calore, il colore, il sapore, l’odore, il senso meno scontato dell’amore.

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