Addio Gabriele
di Domenico Sergio Antonacci Era il 29 dicembre 2010 e per la prima volta, dopo tanti scambi di mail, ci incontravamo. Avevi organizzato una perlustrazione, l’ennesima di tante, all’eremo della Trinità, vicino San Marco in Lamis. Una bella scarpinata che non ti faceva paura, nonostante il tuo fisico a volte faticava a superare gli ostacoli della fitta macchia. Quel territorio, la valle di Stignano con i suoi eremi, tu lo conoscevi in ogni suo centimetro ma ancora riuscivi a trovarvi nuovi elementi, tracce, testimonianze; eri uno dei pochi studiosi che metteva davvero i piedi sulla terra che studiava, palmo a palmo, e da qualche anno ci portavi i giovani, i giovani in cui forse non avevi mai creduto fino a quando Ludovico non è diventato il tuo allievo. Appena scendi dall’auto, quel giorno, davanti alla chiesa di Stignano, ti vedo, col barbone e i sandali. Tra una chiacchiera e l’altra dopo un quarto d’ora ci avviamo sul sentiero e….tu avevi i sandali ai piedi! Quella cosa mi sconvolse! Non solo perchè non avevo mai visto fare un trekking con dei sandali ma perchè era il 29 dicembre, diavolo! Avevo portato Rocco, un mio amico, per la prima volta con me e mi disse, in carpinese, qualcosa del tipo “ma dove mi hai portato”? Che scena esilarante! Ma ancora non ti conoscevo…ancora non mi avevi detto di aver vissuto 8 anni in alcuni di questi eremi, con qualche comodità in più certo, ma comunque in condizioni di comfort sicuramente non “urbane”. Insomma, per te era normale! Ogni volta che aprivi la bocca si capiva che lo stavi facendo con l’intento didattico verso di noi, quasi a volerci lasciare un’eredità. Spesso accennavi, anche via posta elettronica, a discorsi del tipo “ma questo dovete scoprirlo voi” oppure “ma io il mio l’ho fatto,