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Quando Monte Sant’Angelo era come Matera

da Centro Studi Storico Archeologici del Gargano Il progresso ha cancellato tante tracce della antica storia di Monte Sant’Angelo (è comune il pensiero che la cittadina garganica fosse molto simile a Matera con i suoi sassi) ma nonostante ciò oggi ci ritroviamo ancora con un grande patrimonio tra le nostre mani. Il seguente saggio è tratto da “Abitazioni rupestri e grotte dei cordari a Monte Sant’Angelo nel 1960”, Atti Spelaion 2007- Buona lettura (cliccate sulle immagini per ingrandirle).

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Il dolmen di Molinella e l’archeologia costiera tra Vieste e Peschici

Nel 1948 Salvatore Puglisi identificò sull’altura di Molinella, piccolo promontorio prospiciente il mare a Vieste, un stanziamento di epoca protostorica costituito da numerose tracce di fori per palificazioni e adattamenti della roccia che facevano parte di un insediamento capannicolo, inoltre identificò in tre lastroni ortostati, presenti sulla sommità del promontorio i resti di una struttura dolmenica. Al tempo fu considerato un ritrovamento eccezionale dal momento che non erano noti altri monumenti del genere a Nord dell’Ofanto, in realtà altri dolmen furono ritrovati nei decenni seguenti a Madonna del Cristo presso Rignano Garganico e a Pulsano a Monte S. Angelo, che allinearono il Gargano con il resto della penisola pugliese circa l’usanza diffusa nell’età del Bronzo di costruzioni artificiali, come ipogei e dolmen funerari, misti all’adeguamento di grotte naturali. Leggi tutto qui

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Il Gargano vuole la sua primavera!

Presidente Michele Emiliano, Le scrivo questa lettera aperta, in un giorno molto particolare e da un luogo unico in Puglia: dal trabucco da Mimì a Punta San Nicola, a Peschici. Questa luogo, esattamente 10 anni fa, e in questi istanti, è stato teatro di un apocalittico incendio boschivo che ha colpito la rigogliosa pineta tra Peschici e Vieste, e danneggiato decine di strutture turistiche, portando via a garganici e ospiti nazionali e stranieri tutto quanto in loro possesso, distrutto flora, fauna e tre preziose vite umane. In quella giornata, lottando con le fiamme, e le auto che una dopo l’altro esplodevano in un pericoloso effetto domino, abbiamo salvato dalla distruzione lo storico trabucco di famiglia e la prospicente attività commerciale senza l’aiuto di nessuno. Con le tavole da surf abbiamo salvato decine di persone, traghettandole verso i gommoni di privati che si sono precipitati per evacuare le migliaia di villeggianti dalle baie in fiamme. 10 anni fa come oggi, questo angolo di paradiso rientrava nel Parco Nazionale del Gargano. Ente, che nulla predispose allora per la tutela e la salvaguardia del suo patrimonio boschivo, e che nulla sta facendo oggi perché orfano di una guida autorevole e illuminata come fu in passato il compianto Presidente Matteo Fusilli. Un Parco , che si presenta oggi, con i centro visita chiusi, i boschi ancora in fiamme (pochi giorni fa alle isole Tremiti), il suo variegato patrimonio storico e culturale in macerie o abbandonato e che allo stesso tempo presenta un avanzo di amministrazione di 6 milioni di euro è un offesa a tutti i cittadini del Promontorio e della Puglia intera. Sono mesi che aspettiamo una nomina ed una nuova governance. Il silenzio dell’organo politico da lei rappresentato, che in accordo con il Ministro dell’Ambiente deve individuare un nuovo presidente, ci conferma

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