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Torna Colto e mangiato, quinta edizione per il laboratorio enogastronomico attento al ciclo del cibo

Torna Colto e mangiato, quinta edizione per il laboratorio enogastronomico che coniuga l’importanza del gusto all’attenzione del ciclo produttivo Lo chef Massimo Andrea Di Maggio e l’art director Toni Augello presentano un’edizione ricca di ospiti e nuove ricette “Colto e mangiato” torna a proporre a suo modo il tema della sana alimentazione, puntando l’attenzione sul cibo prodotto nel rispetto della stagionalità e all’insegna del bio e della filiera corta. L’iniziativa avrà luogo presso l’agriturismo Tenuta Chianchito e porta la firma dei Laboratori Urbani Artefacendo di San Giovanni Rotondo. Attraverso il diretto coinvolgimento dei partecipanti ai fornelli, il team di Colto e mangiato evidenzierà le proprietà alimentari dei prodotti dell’orto e la loro attitudine ad esser trasformati in una ricca varietà di piatti genuini e gustosi. In programma sei incontri serali con tanti ospiti e nuove ricette. Primo appuntamento martedì 6 dicembre, ore 20,00. “Nutrirsi è un bisogno fisiologico che cela tanti significati e processi. Vogliamo riscoprirli mettendo le mani in pasta, tornando a dare rilievo ad uno dei gesti più importanti della vita quotidiana ”, dice lo Chef di Colto e mangiato Massimo Andrea Di Maggio, fautore del laboratorio insieme all’art director Toni Augello. “Anche quest’anno i protagonisti del laboratorio saranno ortaggi, verdure e legumi. Alimenti che vengono coltivati nel nostro territorio e che ogni giorno partono in quantità sempre maggiori per i mercati del Nord Europa, dove sono molto apprezzati per gli effetti benefici sulla salute”, spiega Antonio Pazienza, l’agronomo del team, che accompagna  il lavoro dei partecipanti con osservazioni sui cicli di vita dei prodotti e sulle loro caratteristiche.  “Ogni volta che cucino, ho bisogno di conoscere la storia di un alimento, sapere da dove proviene, quali mani lo hanno coltivato. È un passaggio importante. Fondamentale, direi. Per realizzare un buon piatto, prima di ogni altra cosa, dobbiamo

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Disboscamento selvaggio nella dolina Pozzatina, tra le più grandi d’Europa

Fonte: sannicandro.org La segnalazione arrivata giorni fa in redazione, taglio già rilevato dalla Forestale. Ma tutto tace Una consistente fetta del versante sudorientale della Dolina di Pozzatina, uno dei più grandi e meravigliosi spettacoli carsici d’Europa, in territorio di San Nicandro Garganico e Apricena, è stata oggetto di un taglio di alberi indiscriminato e senza precedenti a memoria d’uomo. L’allarme lo hanno lanciato alla nostra redazione alcuni escursionisti e appassionati delle lande garganiche.  Già nella scorsa primavera, a quanto si apprende, la zona oggetto del disboscamento, interamente proprietà privata, era stata segnalata al Corpo Forestale, che dopo attente indagini ha inviato tutto agli organi competenti. Nell’occasione, sarebbero state rilevate delle irregolarità amministrative, opportunamente sanzionate a danno di proprietari ed esecutori. Eventuali responsabilità penali, invece, sarebbero tuttora al vaglio dell’Autorità giudiziaria. Resta, tuttavia, il danno: oltre alla consistente ferita ambientale, in termini di specie arboree sottratte e dal punto di vista paesaggistico, sono in molti a temere che il rischio idrogeologico della zona possa aumentare notevolmente, non escludendo frane e smottamenti verso il fondo del cratere naturale in caso di piogge torrenziali. Ma la faccenda sembra più complicata di quanto si creda: l’area, di alcuni ettari ricompresi in zona 2 del Parco Nazionale del Gargano, sarebbe classificata come bosco ceduo, nonostante il taglio abbia saltato alcuni cicli. Di qui l’autorizzazione dell’Ufficio Foreste della Regione Puglia che, secondo quanto accertato, sarebbe del tutto regolare.   Il punto, tuttavia, è ben altro: come può un sito come la Dolina di Pozzatina essere inserito, per buona parte, soltanto in zona 2 del Parco del Gargano? E perché gli uffici regionali competenti rilasciano autorizzazioni che sembrano date sulla carta, senza valutare le caratteristiche peculiari del territorio? Tra l’altro, sembra che al Parco Nazionale del Gargano manchi un piano che classifichi i boschi cedui, ponendo deroghe chiare

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Le botteghe artigiane del Gargano

Post work in progress Spesso mi sono arrivate richieste di informazioni a riguardo degli artigiani di tradizione del Gargano per cui questo post sarà utile a tutti coloro visitano il Gargano in cerca di botteghe visto che, effettivamente, in rete si trovano poche info e sparse. Riporto di seguito i nomi e i luoghi che ricordo ma mi riservo di perfezionare il post grazie al contributo dei lettori. A San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis i laboratori Arte Facendo (cercate i contatti su google) con Pio Gravina e Luigi Mangano; fanno liuteria (strumenti musicali, anche tradizionali); ancora a San Marco Antonio Francavilla produce ceramiche, ci sono anche i laboratori orafi di Daniele Giacobbe, Naz & Co., Gioielleria Michele Torelli e un artigiano del legno, Carolina Tenace A Monte Sant’Angelo ci sono due scultori di statue in pietra, statue di San Michele Arcangelo, tradizione antica sul Gargano; A Vico del Gargano Antonio Rignanese, strumenti musicali tradizionali (chitarre battente) e “La tela” di Maria Voto che tesse con antichi telai in legno; A Carpino Giuseppe Draicchio costruisce tamburelli e castagnole (nacchere); in piazza del popolo è facile trovare un signore che costruisce tipici bastoni in legno e Carlo Trombetta, costruttore di castagnole (nacchere). C’è anche Giannina Di Brina, che tesse al telaio di legno. Fino a qualche anno fa era attivo Rocco Cozzola (Fascianedde), l’ultimo costruttore tradizionale di chitarre battenti e tamburelli. A Peschici Michele (cognome da individuare) e Antonio Denoia si occupano di oggetti in legno come bastoni e cesti. A Cagnano Varano un arzillo novantenne ha il suo “laboratorio” di oggetti in legno e altri materiali vegetali nella “salita di Palladino”. Sicuramente sfugge altro e mancano nomi e altri dettagli ma intanto è un inizio.

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VIDEO: Il volo della Diomedea

La natura tremitese, Faro di San Domino, Cala delle Arene, Cala Matana, I pagliai e San Nicola, filmata con il drone Parrot. Riprese Angelo Vecchi, montaggio Gianpier Clima   Il volo della Diomedea from Gianpier Clima on Vimeo.

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L’amaro racconto di un viaggio sul Gargano

Ricevo via mail e pubblico: Le racconto la nostra giornata di domenica 31 gennaio. Il sabato mi ero spostato da Roma a Vasto, ospite di mio fratello e di sua moglie, archeologa. Avevamo deciso una gita sul Gargano, quello settentrionale, molto meno noto del versante meridionale. In particolare, conoscendo già la zona di Lesina, ci interessava ora il comprensorio del lago di Varano. Mettendo insieme i diversi interessi personali avevamo preparato un canovaccio che comprendeva Cagnano, Carpino e il lago. La mattina di domenica siamo agevolmente arrivati a Cagnano, via autostrada fino a Poggio Imperiale e poi con la superstrada. Cercavamo la grotta di San Michele. Nessun ufficio turistico. Nessun segnale. Sulla piazza del paese c’erano due anziani, cui abbiamo chiesto indicazioni. Riuscendo a litigare tra di loro in dialetto stretto, ci hanno indicato due possibili strade con percorsi complicati. Ci siamo arrivati, trovando tutto chiuso e un piazzale deserto. Più in alto un chiosco, chiuso, proponeva un invito non molto amichevole. Mentre cercavamo un varco per la grotta, interviene per la prima volta l’Arcangelo nelle vesti di un anziano che arriva strombazzando dal paese su un Ape rombante. E’ il custode della grotta e ce la apre con nostro grande sollievo. Evidentemente la voce della nostra presenza era circolata in paese. E’ piuttosto laconico; non riesce a fornirci spiegazioni sulle nostre curiosità (gli affreschi, i graffiti dei pellegrini); è soprattutto interessato a venderci i lumini. Ma, insomma, è andata bene. Ci spostiamo a Carpino, a noi soprattutto nota per il suo festival folk. Ma oggi non cerchiamo musica ma certi scavi archeologici in località Avicenna, di cui abbiamo trovato ampie tracce e foto su internet. Seguendo le più diverse e contrastanti indicazioni dei locali vaghiamo nella piana, cerchiamo una torre nei campi, ci infiliamo su strade sterrate tra gli

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