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Il grande trattato di falconeria di Federico II “De arte venandi cum avibus” digitalizzato e consultabile online

De arte venandi cum avibus (“Sull’arte di cacciare con gli uccelli”) è un trattato dell’imperatore Federico II di Svevia sull’attività venatoria. Il manoscritto conservato alla Biblioteca Vaticana (codice Pal. Lat. 1071) è la redazione più nota per le illustrazioni, ma contiene solo i primi due libri: si tratta di un codice di 111 fogli di pergamena di dimensioni pari approssimativamente a cm. 24,5×36, commissionata a Napoli dal figlio di Federico, Manfredi re di Sicilia, intorno al 1260. L’opera consiste in un trattato di falconeria, cioè sui sistemi di allevamento, addestramento e impiego di uccelli rapaci (propriamente falchi) nella caccia (soprattutto ad altri uccelli, tutti accuratamente descritti nell’opera).   Basta osservare le miniature per restare incantati per la dedicazione cura con la quale già 800 anni fa gli animali venivano “studiati” e disegnati. Si può anche ipotizzare che alcuni del luoghi ritratti siano nella nostra provincia di Foggia, la Daunia, visto che Federico II aveva qui diverse zone di caccia (Foggia e tra Apricena e il Gargano). Oggi potete “sfogliarlo” qui Download versione solo testo: parte 1 – parte 2

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FOTO: Il sentiero degli eremi di Pulsano ridotto a discarica

di Domenico Sergio Antonacci L’amico Ventura Talamo da facebook segnala la triste situazione che coinvolge gli eremi di Pulsano. Sporcizia sparsa lungo il sentiero da “escursionisti” che con la sacralità del luogo (non solo quella religiosa) non hanno nulla a che vedere, addirittura una carcassa di auto fatta cadere da un punto vicino all’abbazia soprastante.  Ventura segnala anche il pericolo che corrono specie come il falco lanario e pellegrino, specie nidificanti in zona fino a qualche anno fa, prima della “riscoperta” della località in seguito alla vittoria come primo luogo del cuore FAI. Qual è la soluzione? Sarebbe giusto limitare gli accessi per scongiurare una discarica creata da turisti? Una carcassa di auto sul sentiero, verrà rimossa? Difficile..e se si a quale costo? Se vuoi conoscere meglio il contesto storico-naturalistico (e non solo) leggi questi nostri post precedenti: Il progetto del ripristino del sentiero  La valle di Pulsano, gli eremi e l’abbazia Gli scavi dell’UNIFG all’eremo Studion Striscia la notizia a Monte Sant’Angelo Pulsano luogo del cuore FAI 

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La fava di Carpino (presidio Slowfood) vola nello spazio con l’ESA e Samantha Cristoforetti

Fave di Carpino e ceci neri della Murgia…la Puglia in assenza di gravità a 400km sopra le nostre testeFonte twitter @Astrosamantha di Domenico Sergio Antonacci – 11/11/2014  Tutti i diritti riservati, per informazioni e utilizzo materiale scrivere a info@amaraterra.com BASTA a scatolette, pillole e cibi liofilizzati; anche nello spazio ci vuole il GUSTO! E’ notizia di qualche settimana quella del “volo spaziale del legume garganico” nella missione spaziale Futura che vede coinvolta l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti (prima donna italiana a vivere sei mesi nella Stazione Spaziale Internazionale), alle prese con alcuni esperimenti, l’installazione di nuove apparecchiature all’esterno della ISS e con il il completamento di alcune attività di manutenzione.  Ho intervistato i titolari dell’Azienda agricola Cannarozzi, la piccola azienda a conduzione famigliare di Carpino che ha fornito proprio i legumi che andranno in orbita. Una delle confezioni che andranno nello spazio. Aspetto estremamente hi tech e il simpatico slogan readytolunch che gioca intorno alla somiglianza del termine lunch (pasto) con launch (lancio) Foto Antonacci DS   -Cominciamo dal principio, come è iniziato tutto? La sede centrale di Slowfood ci ha contattato a fine 2013 per chiederci dei campioni di fave di Carpino per delle ricerche; sono stati generici e non sono scesi nel dettaglio ma a fronte di una loro richiesta di 5-6 kg siamo riusciti a mandarne solo 2 perché avevamo esaurito quasi tutto il prodotto della stagione 2013. -E dai campioni inviati al volo spaziale qual è stato il passo? Qualche mese dopo ci hanno chiamato dall’azienda Argotec, spiegandoci di essere stati i destinatari dei campioni di fave per il tramite di Slowfood; ci hanno raccontato cosa stessero facendo, delle sperimentazioni per l’ESA (Agenzia Spaziale Europea) con lo scopo di trovare dei nuovi cibi per gli astronauti seguendo i principi della nutrigenomica; così, tra vari prodotti, avevano concentrato

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