Il Governo è contro la Puglia?
L’antica e saggia tradizione popolare, quella autentica di un Meridione mai domo, ci spingerà ancora una volta “a fare di necessità virtù”. A ricorrere al consueto e innato spirito di adattamento, riassunto efficacemente in quello straordinario adagio mediterraneo che suggerisce: “Calati ‘junco’, chi passa la china”. Calarsi per non spezzarsi. Calarsi per svincolarsi e tornare in posizione eretta, consapevolmente orgogliosi e dinamicamente operativi. Calarsi al passaggio della piena, per raccogliere nuove forze e far sentire la propria voce più decisa e più lontano. Perché da tempo il torrente della finta indifferenza governativa e il vento stizzoso di un’insofferenza unicamente ministeriale sembrano avere un solo e preciso bersaglio: la Puglia. Sarà la difficoltà di confrontarsi con una realtà sorprendentemente “in cammino lungo sentieri d’avanguardia e di modernità”, come piace ripetere al suo profeta-presidente, Nichi Vendola. Sarà l’imbarazzo di guardare negli occhi una regione ripetutamente maltrattata e bistrattata, nonostante le sue ‘performances’ virtuosamente in controtendenza. Fatto sta che da tempo i rappresentanti di Governo restano alla larga dai suoi confini. Fatta eccezione, se vogliamo, per qualche ministro, rigorosamente “senza portafoglio”. Alla larga il ministro ai Beni Culturali, Sandro Bondi, alla larga dalle sue bellezze, da Bari, dal Teatro Petruzzelli e dal falò