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Sequestrati i beni della camorra a Rodi Garganico

Anche il Gargano era terra fertile per il clan dei Casalesi. Pasquale Pirolo, che gli inquirenti hanno definito il “personal manager” del boss Michele Zagaria, si è visto notificare dalla questura di Caserta il sequestro di immobili e società per un valore quantificato intorno a una cinquantina di milioni di euro. Molti beni erano intestati anche sua moglie Caroline Josefina Tovar Yanez, donna venezuelana che si è resa irreperibile. Tra questi sono da contare diversi appartamenti, terreni e posti auto al villaggio Cala dei Templari, in località Santa Barbara, a nord di Rodi Garganico. Dalle indagini della polizia, Zagaria e il clan stavano investendo ingenti somme di denaro anche nel paese in provincia di Foggia attraverso Pirolo. Nel 2002, secondo gli inquirenti, Pirolo aveva investito del denaro, circa 3 miliardi del vecchio conio, proveniente dal clan dei Casalesi, insieme a un altro imprenditore, Nicola Capaldo di Casapesenna, un lontano parente di Raffaele Capaldo, marito della sorella del boss Michele Zagaria – per l’acquisto di un grosso terreno di 10mila metri quadri a Rodi Garganico con annesso piano di lottizzazione edilizia. Su quel terreno sorsero poi circa 30 mini appartamenti in località Cala dei Templari. Nel 2006, però, dopo un controllo dei carabinieri alla società “Espansione Commerciale” di Pirolo e Capaldo, l’azienda finì nelle mani della società “Azzurra Immobiliare”, che adesso è stata sequestrata per la totalità delle quote. Tra i beni, anche un’autorimessa di oltre 400 metri quadri a Rodi riconducibile all’avvocato Michele Santonastaso, già destinatario un’ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione mafiosa, perché considerato portavoce di Francesco Bidognetti, noto come “Cicciotto e mezzanotte”, da lungo tempo detenuto, verso gli affiliati della relativa fazione nell’ambito dell’organizzazione camorristica. PIERO RUSSO da repubblica.it

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Scrivono che alle Tremiti il Cretaccio sta per sparire…allarme! Pericolo!

L’isolotto del Cretaccio, il più piccolo delle Tremiti, è in pericolo. Si tratta, più che di un’isola piccola, di uno scoglio grande e di natura argillosa e privo di vegetazione, tra S. Domino e S. Nicola. A causa della corrosione incessante degli agenti atmosferici sta riducendo la propria estensione e negli anni potrebbe essere destinato a scomparire, soprattutto se non si agirà in tempo. L’allarme lo lancia il comitato scientifico della Prefettura di Foggia: “c’è pericolo che le due selle del Cretaccio – ha detto Michela De Salvia del comitato scientifico della Prefettura di Foggia – possano dividersi nella zona centrale e dunque che lo scoglio venga sommerso. Questo potrebbe accadere anche perché abbiamo difficoltà a reperire permessi a causa della burocrazia regionale e non capiamo perché tutto vada a rilento. Tra l’altro in questa maniera si perderanno finanziamenti europei che ci servirebbero a stanare la situazione. Il pericolo non è imminente, ma se si sottovoluta presto sarà troppo tardi”. Se non si interverrà in tempo, dunque, del Cretaccio rimarrà ben poco e sarà costretto a scomparire tra i flutti insieme alle leggende ad esso legate, come quella che narra che sia popolata di fantasmi perché fu teatro dell’esecuzione di un dedtenuto il cui fantasma lo popola durante le notte tempestose, reggendo tra le mani la sua testa decapitata. Piero Russo Ma una volta almeno vogliamo che la natura faccia il suo corso? L’uomo distrugge ogni giorno ambienti naturali nell’indifferenza della maggioranza della popolazione…adesso arriva il mare che (è normale) con l’erosione poco a poco si porta via uno scoglio e si parla di “pericolo”, “allarme” e di “agire in tempo”. Semmai risvolti negativi potrebbero esserci nel cambiamento del moto ondoso tra San Domino e San Nicola, ma in questo ed in altri articoli che ho letto in passato, non

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A Carpino rivive il ricordo del film “La Legge” girato nel 1958

Foto e video di Franco Cautillo da corrieredelmezzogiorno.it CARPINO, 1958. In Piazza del Popolo arriva una troupe cinematografica; è già lontano il ricordo della Piazza della Rivoluzione* (…per fortuna..se quella era rivoluzione io sono Babbo Natale). Ci sono, tra gli altri, Mastroianni e Lollobrigida. Si gira il film “La legge”; la pellicola non ebbe molto successo negli anni a venire, ma è restato, nei carpinesi che parteciparono allora come comparse, il ricordo di quelle giornate, tanto diverse da quelle tanto uguali delle loro vite fatte di stenti. Oggi Carpino ricorda quelle giornate, quelle tremila lire guadagnate a fare la comparsa, a giocare a carte e bere vino nella cantina sotto il rumore della cinepresa…. e ringrazia il regista Jules Dassin a 100 anni dalla sua nascita…sembra che ogni tanto qualcuno si ricordi di noi. *Piazza della Rivoluzione fu il nome della attuale piazza di Carpino durante il fascismo Per saperne di più sull’iniziativa organizzata in ricordo dei 100 anni della nascita di Dassin clicca qui Altre notizie sull’evento PER CONOSCERE TUTTI I FILM GIRATI SUL GARGANO ED IN CAPITANATA CLICCA QUI

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Non sono riuscito a dare un titolo a questo post

Organizzare una spedizione punitiva da parte di personaggi definiti “professionisti” di Monte Sant’Angelo, centro pugliese noto come sede di clan della criminalità organizzata, per dissuadere il fidanzato dal portare avanti una relazione sgradita alla famiglia di lei «Qua ci vuole un professionista di Monte Sant’Angelo» Ogni commento sarebbe inutile…e ancora più doloroso…. Fonte

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Le condizioni igieniche della Capitanata di una volta

Il “cantero”, lu “cantr” a cura di Domenico Tota articolo già pubblicato su La Gazzetta di San Severo, 19/05/2001 Le condizioni igieniche di San Severo e di molti Comuni del meridione, nei primi decenni del secolo scorso, lasciavano molto a desiderare. Non si scandalizzino i giovani per le notizie che apprenderanno, né quelli della mia età perché riferirò certe circostanze. Ci rideremo sopra e ci rallegreremo per il progresso fatto. L’esigenza primaria per la crescita fisiologica dell’uomo è la nutrizione sotto più forme e, di conseguenza, la…defecazione comune a tutti gli esseri viventi. Oggi in ogni casa c’è quello che prima si chiamava “gabinetto” ed ora si chiama “bagno” con acqua corrente, sanitari in ceramica, doccia, vasca ed ogni altro comfort. Una volta non era così. Nelle case abbienti c’erano i pozzi neri che venivano svuotati ma, nella maggior parte delle case formate da un solo ambiente e con una sola apertura verso l’esterno, la porta d’ingresso, vivevano famiglie numerose insieme al cavallo o all’asino, alle galline ed al maiale. In un angolo del monolocale c’era un pannetto di stoffa colorata dietro al quale era sistemato “u cumbrise”, sorta di vaso per lo più di terracotta smaltata, alto una sessantina di centimetri e con un’apertura del diametro di circa 40 cm. Ed il bordo, a forma circolare dello spessore di circa 5 cm, ai lati aveva due manici. In questo vaso i componenti della famiglia facevano i propri bisogni corporali. Per pulirsi non usavano la carta igienica a doppio o triplo velo o la carta di giornale che fu usata in seguito, ma si servivano di uno strofinaccio appeso ad un chiodo sul quale gli appartenenti del nucleo familiare apponevano la propria…”virgola”. E quando lo strofinaccio si riempiva…“virgole”, non veniva buttato ma lavato con l’ultima acqua della “luscia”, cioè del

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