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Amara terra mia è diventato un BLOG A IMPATTO ZERO

Alcuni giorni fa siamo stati contattati dallo staff del sito Dove Conviene, per partecipare ad un’interessante iniziativa con lo scopo di azzerare l’impatto ambientale del blog Amara terra mia. In pratica Dove Conviene ha deciso di sponsorizzare l’opera di I Plant a Tree (tradotto “pianto un albero”), creando l’iniziativa “Il mio blog è carbon neutral” grazie alla quale sono stati piantati già 500 alberi. Tutto quello che bisogna fare è inserire il logo dell’iniziativa sul proprio sito (nel nostro caso in alto nella colonna destra); così facendo sarà piantato un albero (a Göritz, in Germania) che servirà a controbilanciare le emissioni di CO2 provocate dalla produzione e dal consumo dell’energia necessaria per il funzionamento del server che ospita il nostro sito. Un utile scambio di favori insomma…loro ci guadagnano visibilità, noi gli facciamo pubblicità ma in cambio verrà piantato un albero che azzererà le “nostre” emissioni. Partecipare è semplicissimo ed invito tutti quelli che possiedono un sito/blog a farlo, basta andare qui. Su un altro sito aderente all’iniziativa ho scoperto comunque che in realtà esiste una legge, la 113/92, che obbliga i comuni a piantare un albero per ogni neonato…legge di buoni propositi ma..

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Padre Gabriele Antonio Musti, il prete che arrivò a Carpino “dalla Cina”

Epitaffio nella Chiesa di San Nicola di Mira, Carpino da Google Books, “Memorie istoriche della chiesa e convento di S. Maria in Araceli di Roma”, di Casimiro Romano Antonio Musti nacque nella Terra di S. Giovanni Rotondo il 21 febbraio 1661 da Sebastiano e da Maddalena Fiocco. I genitori lo educarono perfettamente nelle virtù cristiane. In età giovanile apprese con facilità e profitto le lettere umanistiche e poi la Filosofia, sotto la guida del maestro padre Sirena , religioso dei frati minori conventuali. Dio lo volle ab aeterno ministro del suo santuario e gli ispirò i principi più importanti della filosofia cristiana. La percezione della brevità delle cose terrene, dell’eternità dei castighi infernali e dell’incomprensibilità dei beni celesti, lo spinse ad entrare a far parte dei chierici secolari. Abbandonò quindi il paese, amici e parenti per ritirarsi nel convento di San Giovanni in Lamis, oggi convento di S. Matteo Apostolo, distante pochi chilometri da San Giovanni Rotondo. Qui il 21 marzo 1683 ricevette l’abito dei frati minori e gli fu imposto il nome di Gabriello, in aggiunta al nome di battesimo Antonio. Durante il noviziato acquisì modestia nell’apparire e sobrietà nel parlare; praticò il digiuno , la preghiera e la contemplazione assidua. Ma, soprattutto, ricercò la mortificazione severa del proprio corpo , affliggendolo con cilici e regole così aspre da cessare di percuoterlo soltanto quando il pavimento e le pareti rosseggiavano di sangue. Egli si sforzò di nascondere tutto questo ai suoi compagni, poiché voleva piacere unicamente a Dio e considerava vana e pericolosa l’ammirazione degli uomini. Ma lo strazio che faceva del suo corpo per lodare Dio non poteva passare inosservato. Perciò fu per loro di esempio, infiammandoli nel cammino della perfezione. Professata la regola dei frati minori, si applicò allo studio della filosofia, dimostrando di possedere rare doti

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