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Perchè essere fieri di Foggia e perchè credere in un suo risveglio

di Salvatore Aiezza MISERIA E NOBILTA’ DELLA NOSTRA AMATA FOGGIA La casuale lettura di un interessante volumetto, intitolato “Spunti storici di Foggia”, scritto nel 1975 da Pompilio de Santis e stampato nella omonima storica tipografia, allora sita in via De Nittis 11/13, mi dà l’occasione di ribadire, ancora una volta, l’assoluta convinzione, comune a quella di tanti autorevoli concittadini, dell’importanza che in diversi periodi storici assunse Foggia, rispetto a tutte le altre città della Puglia e a molte del meridione, nonché sui motivi che, di volta in volta, ne hanno procurato un “improvviso” quanto “sospetto” decadimento. Credo sia doverosa questa rivisitazione, specie per le nuove generazioni che vivono oggi a Foggia. Questi giovani – complice l’assoluta mancanza dello studio della storia locale nelle nostre scuole di primo e secondo grado, nonché lo “stallo” culturale in cui versano le nostre Istituzioni e la città – potrebbero farsi un’idea distorta della loro terra natia, ritenendo che essa abbia sempre, nel corso dei secoli, versato in questo stato di degrado e non sia mai stata florida e importante. Questo articolo, pertanto, è destinato a uso e consumo dei più giovani, i quali non devono però dimenticare che la storia – bellissima – della loro città e quella dei tanti personaggi famosi che vi sono nati o l’hanno abitata – scienziati, medici, statisti, avvocati, artisti, musicisti – si apprende soprattutto leggendo almeno qualcuno dei tanti libri che autorevoli e illustri storici e giornalisti hanno scritto e continuano a scrivere su questo argomento. Solo così avranno un’idea di come, nel corso dei secoli, Foggia ha realmente vissuto periodi di grande splendore. Non voglio, in questa sede, partire dal tempo di Federico II Imperatore, di cui tutti conoscete l’amore che nutriva per le nostre terre (Foggia Capitale del Regno, l’aver introdotto istituzioni fondamentali per il funzionamento

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VIDEO – I devastanti bombardamenti di Foggia durante la Seconda Guerra Mondiale

di Domenico Sergio Antonacci Nelle mie “scorribande” virtuali ho trovato alcuni video dei bombardamenti di Foggia sul sito criticalpast.com. I video sono interessanti per rendersi conto dei disastrosi effetti di quei bombardamenti. Di seguito la playlist con i cinque video (alla fine di uno se ne avvierà un altro oppure clicca qui per vederli separatamente) Ventimila vittime…e qualcuno pensava che Foggia sarebbe stata risparmiata perchè il sindaco di New York, Fiorello La Guardia, era originario di Cerignola. Ne abbiamo parlato qui

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Agrumi di Rodi, seconda vita con il marchio Igp

di Massimo Levantaci dalla Gazzetta del Mezzogiorno Gli agrumi del Gargano sono da sempre una rarità nel panorama agrumario nazionale. Maturano tardi, il regolamento comunitario della «Igp» (identificazione geografica tipica) ne autorizza la vendita non prima del 15 aprile. Le arance siciliane, le più famose, sono in circolazione fino a febbraio, poi dovrebbe scoccare l’ora dell’arancia bionda e del limone femminello del Gargano. Ma da queste parti la coltivazione ha subito una brusca battuta d’ar resto dopo la fine della seconda guerra mondiale, arance e limoni garganici sono per questo diventati un prodotto di nicchia. Qualcosa adesso potrebbe cambiare, anzi nelle intenzioni del consorzio di Tutela e valorizzazione ci sono «ampi margini di crescita di questo tipo di mercato». «Tutto nasce – spiega il presidente Alfredo Ricucci – dal progetto proposto due anni fa e finanziato dall’ex Agensud: siamo arrivati ottavi su 22 partecipanti al bando, possiamo adesso fare affidamento su un finanziamento di 300 mila euro». Un «tesoretto» dal quale ora si può ripartire per convincere i produttori, innanzitutto, ad aderire al consorzio «Igp». «Oggi ne abbiamo iscritti 42 – dice Ricucci – ma potrebbero essere molti, molti di più. Basti pensare che le coltivazioni sono rimaste, anche se sono di piccola pezzatura fra i territori di Rodi, Ischitella e Vico del Gargano. Potenzialmente possiamo fare affidamento su circa 800 ettari e una produzione di 20mila quintali. Ma dobbiamo fare di più per rilanciare un prodotto unico». Stamane (ore 10, hotel Villa Americana) la presentazione del progetto alla presenza del commissario dell’ex Agensud, Roberto Iodice e del sindaco Nicola Pinto. Il piano del consorzio prevede una «robusta campagna informativa per pubblicizzare il nostro prodotto – aggiunge il presidente del consorzio – la realizzazione di un vivaio, sanificazione delle piante. Proponiamo ai produttori – dice – prezzi vantaggiosi: 70-80 centesimi

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Il 1° maggio sul Gargano negli anni ’50

di Antonio Monte da Milano Gli effetti devastanti dell’ultima guerra mondiale hanno messo a dura prova la maggior parte della popolazione Garganica. Le famiglie provate da lutti e da malattie sono diventate ancor più povere e la classe operaia ancora più segnata dalla miseria. Molti genitori sono stati costretti di affidare i propri figlioletti a gestori artigianali ed agricoli per garantire loro un pezzo di pane. I ragazzi venivano messi a disposizione delle maestranze per l’intera giornata e non venivano neanche iscritti alla scuola dell’obbligo. Gli scapaccioni erano consentiti dai superiori per qualche errore banale e per placare i cattivi umori dei superiori. Apprendere un mestiere era un obbligo. L’apprendistato, per coloro che intraprendevano l’arte della campagna, consisteva nel pascolare le bestie ricevendo come retribuzione: il pane quotidiano, un litro di olio e un chilo di sale al mese, una forma di cacio a Natale ( la grandezza a discrezione del padrone) e una piccola paghetta. I ragazzi erano già maturi e consapevoli della situazione economica familiare tanto da risparmiare l’olio e il sale e riportare la quantità residua alle proprie case. I genitori pattuivano con i datori di lavoro: il salario e due giorni di riposo bimensile e la garanzia della festività del 1° Maggio. I giovani lavoratori, oltre alla fatica della giornata lavorativa, dovevano sottostare agli ordini degli anziani garzoni: prelevare l’acqua dai pozzi e dalle cisterne, raccogliere la legna per il fuoco serale, lavare la pentola e il piatto (unico per tutti), attendere che gli anziani iniziassero l’assaggio dei pasti trattenendo il proprio languore. Il rispetto e l’obbedienza verso l’anziano e il padrone erano doveri indiscutibili. Il Segno della Croce era l’unica preghiera che conoscevano per ringraziare il Signore dopo aver portato la mandria nella stalla ogniqualvolta le intemperie incombevano in aperta campagna e le bestie si

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Il documentario del 325th Checkertails nell’aeroporto di Lesina durante la Seconda Guerra Mondiale

Come a Ramitelli (ne abbiamo parlato qui) e in tutto il Tavoliere delle Puglie anche a Lesina, come già detto in passato, c’era un aeroporto militare degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale. Ad occupare la base c’era il 325th Checkertails intorno al quale è nata una vera e propria community virtuale (siti, forum, gruppi su facebook) fatta dagli avieri stessi, dai loro figli e dagli appassionati. Si incontrano di tanto in tanto e organizzano viaggi sui luoghi dove passarono quegli anni, anche a Lesina. Il figlio di uno di loro, Neil Pugh, con tanta passione ha recuperato materiale video e fotografico di quei giorni a Lesina e ha creato un documentario, Checkertails – The Legend of the 325th Fighter Group distribuito gratuitamente sul web. Checkertails Part 1 – a Documentary by Neil “Mysticpuma” Pugh from Decisive Imaging on Vimeo. Checkertails Part 2 – The Legend of the 325th Fighter Group from Decisive Imaging on Vimeo.   Il sito ufficiale del 325th

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